L’opera degli ulivi di Santo Gioffré: una storia di ‘ndrangheta e ideali traditi

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Sono molto selettiva con i libri che sono ambientati o che parlano della Calabria e lo sono ancor di più se sono stati scritti da autori o autrici calabresi soprattutto dopo che, un noto scrittore calabrese – che ha scritto un mucchio di libri ambientati nella mia regione – durante la presentazione del suo ultimo libro, ha tenuto un discorso che non ho digerito, affermando che lui – non più residente in Calabria da molti anni – prende solo il meglio della regione e non gli interessa affatto viverla e tutto questo, personalmente, me lo ha reso piuttosto antipatico e mi ha fatto rimettere in discussione persino i suoi libri.

Fortunatamente, questo non è il caso di Santo Gioffrè e del suo L’opera degli ulivi che pur essendo una storia che parla di ‘ndrangheta, non racconta solo di essa ma inizia parlando proprio delle lotte studentesche contro il vecchio potere accademico, che è un tema verso il quale provo sempre un certo fascino ed è un periodo che avrei voluto vivere in prima persona, anche solo per un momento.

L’opera degli ulivi: la trama

Al centro de L’opera degli ulivi c’è, infatti, il giovane Enzo Capoferro, figlio di un agricoltore calabrese ed ex ‘ndranghetista, che frequenta la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Messina: bello, intelligente e pieno di ideali per i quali lotta e si batte in prima persona.

Enzo Capoferro è, infatti, un militante integrale sempre pronto a scendere in campo durante le proteste, quando c’è da difendere qualcosa o da rivendicare qualche diritto e proprio grazie alla sua bellezza e al suo carisma, è costantemente attorniato da ragazze che farebbero di tutto pur di entrare nelle sue grazie ma Enzo, ha occhi e spirito solo per Giulia e per la difesa dei suoi ideali.

E mentre Messina – sempre più popolata dai calabresi e dai figli degli ‘ndranghetisti, a tal punto da diventare il cuore pulsante dell’eversione nera – è minacciata dai fascisti soprattutto greci e spagnoli, dalla loro violenza cieca e dai numerosi scontri ed Enzo e i suoi compagni sono intenti a difendersi, giunge una triste notizia direttamente dalla Calabria ovvero l’uccisione di Giuseppe Capoferro – il padre di Enzo -, brutalmente assassinato in uno dei latifondi di famiglia e questa vicenda rappresenterà solo l’inizio della fine per la famiglia Capoferro e in particolar modo per Enzo.

Da quel momento in poi, infatti, verranno modificati tutti gli assetti familiari e tutte le energie verranno concentrate verso un unico, solo e crudele obiettivo: vendicare la morte di Giuseppe Capoferro e poco importa se ci saranno tante vite a soccombere sotto i colpi di arma da fuoco o litri di sangue da lavare via poiché l’onore e la vendetta, in alcuni ambienti, vengono sempre prima di ogni altra cosa.

E tutto questo, pur vivendo lontano dalla Calabria, lo ha imparato bene persino Enzo, al quale viene ordinato di rimanere a Messina e di continuare gli studi – esattamente come voleva suo padre – ma che, immediatamente, perderà la concentrazione verso lo studio, la serenità, la passione verso i propri ideali e rischierà di perdere persino la bella Giulia, incapace di comprendere le logiche criminali che contraddistinguono il mondo dal quale provengono Enzo e la sua famiglia.

E proprio quando la storia d’amore tra Enzo e Giulia sembra consolidarsi giorno dopo giorno e al ragazzo mancano pochissimi esami per conseguimento della laurea, Enzo, verrà richiamato al suo paese di origine poiché suo fratello ha bisogno del suo aiuto per compiere la più delicata delle operazioni che, si spera, possa archiviare la faida tra i Capoferro e i D’Amantea, accusati dell’uccisione di Giuseppe Capoferro e degli altri membri della sua famiglia.

Enzo, che fino a quel punto era stato tenuto fuori da tutte quelle dinamiche violente e sanguinarie, è felice e onorato di quella chiamata e nonostante il timore e la titubanza iniziale, corre incontro al suo destino come solo una belva inferocita e affamata potrebbe fare.

L’opera degli ulivi: una storia autobiografica

Santo Gioffè con L’opera degli ulivi ci racconta una storia autobiografica, figlia del sogno di una rivoluzione tradita e della totale assenza dello Stato che, apparentemente, potrebbe avere dell’incredibile ma che, invece, per chi è nato e cresciuto in questi territori rappresentano, purtroppo, storie di ordinaria quotidianità poiché anche quando tutto sembra tacere e non fare notizia, a tal punto da sminuire o addirittura negare l’esistenza di alcuni fenomeni, proprio in quel momento vuol dire che tutti gli affari illeciti stanno andando a gonfie vele e che le “malipiante” della regione più povera d’Europa, continuano a riempire senza sosta le loro tasche e a depauperare la regione e i suoi abitanti.

Santo Gioffrè

I romanzi che raccontano storie di ‘ndrangheta – a differenza dei saggi – tendo ad evitarli perché mi fanno piuttosto male e mi ricordano del fatto che questa mia amata terra, è destinata, purtroppo, all’eterna dannazione eppure, per questo libro, ho fatto un’eccezione che si è, fortunatamente, rivelata azzeccata e piacevole poiché è un libro che inizia parlando di rivoluzione studentesca, di lotte, di proteste e di resistenza, la stessa che forse avrebbe potuto salvare Enzo Capoferro dal suo destino già segnato.

L’opera degli ulivi: una storia di ‘ndrangheta e ideali traditi

Dentro L’opera degli ulivi di Santo Gioffrè, oltre a quanto già detto, racchiude la grande e amara delusione per la sconfitta del grande sogno rivoluzionario, degli ideali traditi e la totale ascesa della ‘ndrangheta che da semplice fenomeno locale diventa, invece, interplanetario.

Santo Gioffrè attraverso L’opera degli ulivi, ci dimostra di quanto la figura della madre sia centrale in tutte le vicende della famiglia Capoferro – è lei che instilla nei figli il seme della vendetta, subito dopo l’uccisione del marito – ma soprattutto dimostra di quanto l’intelligenza, la difesa dei forti ideali di libertà, di eguaglianza e la rivendicazione dei propri diritti ma soprattutto l’essersi sempre spesi a pronunciare parole che tentano di trasformare il mondo e la società, vengono letteralmente infranti dinanzi al dovere familiare e dimostra di come e quanto la famiglia possa contemporaneamente essere ancora di salvezza e fardello per un individuo, arrivandone persino a segnare il destino.

L’opera degli ulivi, Santo Gioffrè, Castelvecchi, 2018 pp.108.

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