Le Vie dei Canti: il testamento spirituale e letterario di Bruce Chatwin
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La letteratura di viaggi, per qualche oscura ragione, è sempre stata un po’ snobbata così come la stessa figura di Bruce Chatwin: uno dei principali scrittori di viaggi, di origine britannica, dal viso pulito e morto troppo giovane a causa dell’AIDS e probabilmente più conosciuto per aver reso celebri e popolari i taccuini Moleskine che per i libri che ha scritto durante la sua breve vita.
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I libri di Bruce Chatwin, quando ero giovane e spavalda, erano sempre in cima alla mia wishlist perché sognavo di girare il mondo con uno zaino in spalla, di scrivere esattamente in quel modo e una parte di me credeva che fosse davvero possibile.
All’improvviso, però, quei libri sono spariti dalla mia wishlist perché sono cambiati i miei gusti, le mie priorità, il mio modo di assimilare le letture o più semplicemente sono cambiata io. Eppure quando, qualche settimana fa, sono entrata in libreria ecco che mi è improvvisamente tornata la voglia di leggere Le Vie dei Canti di Bruce Chatwin e così ho assecondato questo desiderio senza pensarci troppo.
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Ne Le Vie dei Canti, Bruce Chatwin si reca nel deserto australiano per avvalorare la tesi secondo la quale l’uomo nasce nomade ed è proprio qui che, entrando in contatto con gli aborigeni, scopre le cosiddette Vie dei Canti ovvero quel dedalo infinito di sentieri che attraversa l’Australia e che racconta di una realtà forse impensabile per l’uomo moderno.
Gli aborigeni, infatti, non immaginano il loro territorio delimitato da confini o da frontiere bensì da vie o percorsi, battuti sin dai loro antenati mentre cantavano dei versi ed è proprio così che questi canti diventano strumenti attraverso i quali identificare i propri luoghi, la propria storia e allo stesso tempo diventano oggetti di scambio, attraverso i quali creare alleanze e siglare la pace.
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Ecco che i versi dei canti diventano così dei titoli di proprietà, capaci di comprovare il possesso di un determinato territorio e tutti gli uomini aborigeni, ereditano un pezzo di canto dai propri antenati e la striscia di terra su cui esso passa. I versi dei canti, inoltre, si possono prestare o ricevere in prestito ma non possono mai essere venduti o dimenticati poiché se essi vengono dimenticati la terra ne può addirittura morire.
E così, scopriamo che gli aborigeni sono un popolo fatto da uomini e donne fieri, orgogliosi, coraggiosi, tenaci e astuti nel trattare con l’uomo bianco, con il quale hanno necessariamente dovuto imparare a convivere per preservare la loro libertà e il loro modo di vivere.
Forse è proprio dagli aborigeni che dovremmo imparare quella filosofia di vita che li lega profondamente alla terra che, oltre a donare la vita all’uomo, gli fornisce anche il nutrimento, il linguaggio e l’intelligenza e quando esso muore si riprende tutto ciò che gli ha donato. Ecco perché ferire la terra equivale a ferire sé stessi.
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Le Vie dei Canti è un libro totalmente ibrido – a metà tra romanzo, saggio, diario e memoir -, nel quale Bruce Chatwin, da ottimo affabulatore arguto e geniale, riassume le idee, le citazioni e gli incontri occorsi in questa sua esperienza australiana ma soprattutto attraverso il quale tenta di rispondere ad un solo quesito fondamentale: qual è la vera natura dell’inquietudine umana?
Bruce Chatwin, in questo suo libro, non pone soluzioni o risposte definitive ma evidenzia tutta l’incapacità dell’uomo nel rimanere fermo in una stanza, dimostrando come lo svago e il cammino sono capaci di alleviare le sofferenze umane, liberando da pesi e da legami perché dopotutto l’uomo nasce e si evolve nomade.
Il deserto, dopotutto, è la nostra patria perché è in esso che si sono forgiati i nostri istinti e abbiamo imparato a sopravvivere oltre a rappresentare il più grande serbatoio di civiltà, libertà, coraggio e onestà.
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Bruce Chatwin, attraverso Le Vie dei Canti, dimostra che si viaggia per conoscere il vero valore degli uomini e solo la vita nomade è capace di ristabilire l’armonia tra l’uomo e l’universo e gli uomini moderni, che sono il risultato di numerosi condizionamenti , come mai non hanno ancora compreso che nelle città si decade moralmente, spiritualmente e fisicamente?
Le Vie dei Canti, Bruce Chatwin, Adelphi, 1988 pp.390. Traduzione Silvia Gariglio.