Lamb di Bonnie Nadzam ovvero il labile confine di una strana amicizia
Qualsiasi prospettiva venga utilizzata per osservare e analizzare Lamb risulterebbe comunque scomoda e inappropriata o addirittura pericolosa perché leggere Lamb è un po’ come mettersi alla guida di un auto con la consapevolezza di avere sotto le ruote l’asfalto ghiacciato: sbandare è facile e molto molto probabile.
Lamb non è sicuramente un romanzo adatto ai bigotti, ai benpensanti, ai conservatori o ai facilmente impressionabili perché è un libro che scuote, che sconvolge e che genera sentimenti contrastanti o forse è proprio a loro che inconsapevolmente si rivolge: per dimostrare che a volte da dei buoni propositi del tutto casuali e da un semplice eccesso di bontà, possono sorgere strane e inaspettate complicazioni.
Di sicuro, David Lamb in mezzo secolo di via non è mai stato uno stinco di santo perché il suo doloroso passato e il suo irresistibile fascino non gli hanno mai permesso di raggiungere né una certa stabilità né un equilibrio più o meno accettabile e quando si ritrova nel bel mezzo dell’ennesima crisi –dopo la morte del padre e il fallimento del proprio matrimonio- e dinanzi alla giovane Tommie, dentro di lui scatta un meccanismo incomprensibile che lo esorta a prendersi cura di quella ragazza esile, con i denti storti e con il viso coperto di lentiggini.
E fin qui non ci sarebbe nulla di male poiché Lamb -in un eccesso di solitudine e di generosità- potrebbe aver visto in Tommie qualcosa che forse nessuno di noi osservandola, noterebbe mai e la sua coscienza lo spinge a coltivare e contemporaneamente ad esorcizzare quel qualcosa.
La cosa assurda è che Tommie ha solo undici anni e infatti da quel momento in poi, tra Tommie e Lamb inizia una sorta di gioco perverso e ambiguo perché con la promessa di mostrarle la bellezza, di scoprire, osservare e reinventare il mondo e con la scusa di addestrarla a tenersi lontana dai guai e a difendersi dalle sua coetanee bulle, David Lamb propone a Tommie di affrontare insieme un viaggio in auto da Chicago fino alle Montagne Rocciose e ciò che accadrà in quel viaggio avrà il potere di cambiare entrambi, per sempre.
E mentre fuori dal finestrino si susseguono i paesaggi mai identici dell’ Illinois, Iowa, Nebraska e Colorado, David Lamb -convinto di rappresentare per Tommie una via d’uscita allo squallore della sua giovane esistenza-
…la sua presenza nella vita di lei, quest’ improvvisa e insolita amicizia, poteva essere l’unica zona di luce, l’unica divagazione in un’esistenza altrimenti già scritta.
soggioga e irretisce la giovane Tommie, inventando per lei storie affascinanti, mostrandole scenari mozzafiato e confessandole che tutto questo è sempre e soltanto per il suo bene perché una volta tornati indietro, tutto sarà diverso e migliore, compresa lei.
…questa cosa farà davvero bene a tutti quanti. Farà bene al loro amore, e farà bene al loro amore per te. E quando tornerai in quell’appartamentino, e da ragazze come Jenny e Sid, risplenderai di una luce diversa. In te ci sarà l’immobilità della terra. Saprai molte cose più di prima. Conoscerai il cuore segreto di questo Paese. Ne sarai proprio inzuppata. E tutti quanti lo sapranno.
E poiché la follia di Lamb è nettamente proporzionale all’ingenuità e alla naturalezza della ragazzina, tutto questo renderà la storia imprevedibile, intorbiderà i confini e confonderà letteralmente il lettore.
L’unica cosa che David Lamb chiede in cambio a Tommie è di lasciarsi andare, di far penetrare nel suo cuore e nella sua anima le emozioni ma soprattutto di imprimere tutto questo nella sua mente perché potrà tornarle utile in futuro.
Ci saranno dei giorni, quando sarai tornata a Chicago e ormai sarai vecchi, piena di rughe, in cui non ci saranno erba alta e canti di uccelli e strade che attraversano spazi aperti e allora vorrai tornare quaggiù. Ti chiederai chissà che ne è stato poi, poi, di quel tizio che mi ha portata in giro sulla sua auto, in quel lontano settembre.
E mentre gli occhi di Tommie filtrano la luce e tutto ciò che la circonda, il lettore cerca di entrare nella mente di Lamb e di dare un senso e una spiegazione –sempre ammesso che ce ne sia qualcuna- al suo atteggiamento ma soprattutto a questo suo gioco perverso che un po’ spaventa e un po’ incuriosisce e non si riesce davvero a capire perché l’uomo faccia tutto questo: per noia, per redenzione, per mostrare al mondo intero il suo ennesimo e macabro trofeo o più semplicemente per rubare a Tommie i suoi anni migliori?
Undici anni è l’età migliore. E te ne accorgerai nell’istante in cui ne compirai dodici.
Lamb di Bonnie Nadzam -pubblicato negli USA nel 2011 e giunto in Italia nel 2015 grazie a Edizioni Clichy e collocato nella preziosissima collana Black Coffee– è un romanzo che si divora e che non ti aspetti perché é fatto di tenerezza, malinconia, solitudine e seduzione ma che allo stesso tempo vorresti abbandonare perché sconvolge e disturba –molte cose nel libro sono solo accennate e quindi il lettore deve giocare molto di fantasia e di intuizione- e soprattutto non fornisce nessun appiglio, né attenuante.
L’unica cosa certa è che Lamb è un libro che ipnotizza dalla prima all’ultima pagina e che una volta terminato, ti si attacca letteralmente addosso e tutto quello che alla fine ti lascia è davvero impossibile tradurre a parole perché il meglio rischia di perdersi per strada.
Brano suggerito:
Lamb, Bonnie Nadzam, Edizioni Clichy , 2015 pp.264. Traduzione Leonardo Taiuti.
“Lamb non è sicuramente un romanzo adatto (…) ai facilmente impressionabili”.
Ecco.
Si ma la frase continua mica si ferma lì… 😛