La quinta generazione: torna in libreria il secondo romanzo di Dante Arfelli

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Continua a sembrarmi abbastanza assurdo il fatto che, in Italia, abbiamo avuto uno scrittore del calibro di Dante Arfelli e che ce ne siamo totalmente dimenticati, a tal punto da fargli fare la fine che, purtroppo, ha fatto. Per fortuna, esistono editori coraggiosi e visionari come Readerforblind che già dallo scorso anno, attraverso la pubblicazione de I superflui ci ha permesso di riscoprire la figura Dante Arfelli e i suoi libri che fotografano, in maniera lucida e onesta, un pezzo della nostra storia italiana.

Dante Arfelli

Al centro di questo romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1951, sulla scia del successo ottenuto anche oltreoceano da I superflui, ci sono i due amici Claudio e Berto, le loro vicende personali e familiari ma soprattutto c’è un’Italia in pieno fermento e capace di cambiare continuamente il suo volto.

Claudio e Berto sono entrambi figli di pescatori, sanno bene cosa vuol dire crescere in una famiglia povera, in un paese umido e con una mentalità ristretta, la cui unica prospettiva di futuro è rappresentata proprio dalla presenza dell’acqua e dalle barche, sulle quali gli uomini partono quasi quotidianamente alla ricerca di pescato fresco.

Ecco perché Marta, la mamma di Claudio, si fa firmare segretamente delle cambiali dal fotografo del paese, per ottenere il denaro necessario a garantire gli studi a suo figlio, nel quale ha riposto tutte le sue aspettative future.

Claudio però preferisce andarsene a zonzo in compagnia del suo amico, a combinare guai e a spiare le ragazze e proprio mentre suo padre danneggia irrimediabilmente la sua barca ed è impossibilitato ad uscire a pescare, mettendo così in serie difficoltà le già esigue finanze familiari, succede l’irreparabile: Claudio e Berto vengono arrestati perché sospettati di essere antifascisti mentre i loro padri vengono addirittura mandati al confino.

Le cose intorno, che sembravano sprofondare nella penombra, ancora non si erano immerse. Pareva che fossero continuamente sul punto di dileguare e invece rimanevano.

pp. 227

Eppure era proprio la loro partecipazione alle riunioni antifasciste, sommata alla prospettiva di una rivoluzione possibile e imminente, a dare speranza a questa povera gente e mentre si arrovellano il cervello nel cercare di scoprire chi abbia potuto fare la spia e tradirli, la guerra scoppia per davvero.

E mentre l’Italia intera è in totale fermento, i due ragazzi vengono scarcerati grazie all’aiuto di un facoltoso ingegnere mentre i loro padri muoiono da confinati facendo così decidere loro di arruolarsi come volontari, con lo scopo di depistare i sospetti e di essere rivalutati con altri occhi.

La vita merita di più che non passare il tempo a inventare delle storie. Abbiamo bisogno di cercare la verità, non di storie. Una verità sola, ma che sia una verità. Ognuno deve cercarla da sé. E la verità non si trova che nell’agire, nello stare fra gli uomini. Almeno nell’agire si vive e la vita è una cosa vera, e bisogna viverla.

pp. 358

Da questo punto in poi, inizia per Claudio un periodo di assoluta perdizione, nel quale instaura una relazione clandestina con una donna già sposata e vaga da un posto all’altro, dandosi successivamente alla macchia e nella perenne attesa di essere ufficialmente chiamato a combattere.

E così la vita di Claudio finisce per somigliare ad una sorta di copione scritto per lui da qualcun altro, nel quale lui viene costretto a recitare in un ruolo non suo mentre in sottofondo si muove la vita intesa non più come un piacere bensì come un dovere, nella quale l’obiettivo principale è scampare alla morte ma soprattutto alla tortura e alle sofferenze inflitte da parte dei tedeschi.

Dante Arfelli nelle oltre 400 pagine che compongono questo suo secondo romanzo, racconta di vite che sembrano aver perso il loro valore poiché la minaccia della guerra è più forte di qualsiasi altra cosa e lo fa ricorrendo e riproponendo al lettore, un clima di costante attesa e di sospensione proprio per via del fatto che c’è la guerra che blocca tutto il resto.

Lo spaesamento, la perdita di senso e di significato, l’assurdità e il continuo disorientamento sono temi che Dante Arfelli aveva già ampiamente affrontato ne I superflui – e mi sento di dire, condivisi con Albert Camus – ma ciò che mi ha colpito maggiormente in questo libro è rappresentato dal rammarico di Claudio per gli anni bruciati dalla guerra, che gli impediscono di vivere la sua vita come vorrebbe e di come tutto questo lo abbia cambiato, nonostante tutto.

La quinta generazione, Dante Arfelli, Readerforblind, 2022 pp. 457.

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