La fiducia dei piedi scalzi: la prima silloge poetica dell’attrice Elvira Scorza

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La nascita di una poesia – o meglio di un poeta o di una poetessa – è sempre un atto di disordine e di rivoluzione perché la poesia, a differenza della prosa, non possiede una verità o un’interpretazione assoluta. Le poesie, infatti, ci vengono incontro, ci suggeriscono sensazioni diverse in base al momento nel quale le leggiamo ma soprattutto ci offrono un nuovo modo di stare al mondo e una nuova percezione del sentire e del sentirci parte di qualcosa di più grande, spesso inafferrabile.

Condensare la poesia è praticamente impossibile e tentare di leggerla con questo intento significa deturparla e lasciare indietro la sua parte migliore. Ecco perché quando si leggono le poesie bisognerebbe affidarsi a loro esattamente come ho fatto io, appena ho iniziato a leggere La fiducia dei piedi scalzi la silloge poetica di Elvira Scorza, attrice e drammaturga di origine calabrese, giunta alla sua prima pubblicazione.

Elvira Scorza

Le poesie raccolte ne La fiducia dei piedi scalzi sono istantanee piene di dolore, disillusione, consapevolezza ma anche di speranza, capaci di fotografare sensazioni e frammenti quotidiani di un tempo che forse non può tornare e di una generazione che sembra essersi disintegrata sotto il peso delle proprie disillusioni. Insomma, versi nei quali inevitabilmente ho finito per ritrovare anche parti di me.

I versi di Elvira Scorza sono nostalgici, malinconici e spesso irreversibili ma, allo stesso tempo, racchiudono una gioia segreta e mai troppo evidente – probabilmente per la paura di vederla sfumare se esternata – ma sono comunque versi salvifici, nel modo in cui solo e soltanto le parole sanno e possono essere.

Io non so se questo cuore ingrato resisterà a

lungo alle botte

se i buchi che ho scavato sono laghi di

lacrime o solchi di carezze

pp.20

Elvira Scorza attraverso le sue poesie, mette a nudo la sua anima, spoglia i sentimenti e ne mostra la più intima vulnerabilità ma soprattutto possiede uno sguardo lucido, attento al presente e a quello che ci circonda ma senza appesantire e senza ricorrere a nessuna trovata melensa, eclatante o plateale che finirebbe inevitabilmente per risultare posticcia o artefatta.

Le poesie raccolte ne La fiducia dei piedi scalzi sono composte con una voce fresca, matura, consapevole e che possiede echi e richiami di un tempo remoto mentre il ritmo, in alcuni casi, somiglia molto ad una vecchia ballata dolceamara di un cantastorie che ha accumulato la giusta dose di esperienza per raccontare quanto visto e vissuto ma che senza perdere il guizzo fresco per raccontarlo in un modo insolito, lasciando spesso la parola agli oggetti o direttamente ai sentimenti.

Che ogni amore è sacro in questo schifo di

vita

pp.27

E così, nonostante la giovane età, Elvira Scorza attraverso le sue poesie parla di sentimenti, di emozioni e di legami amorosi finiti, iniziati o spezzati ma anche di legami familiari, spesso complessi o incapaci di esprimersi oppure di legami con gli oggetti e le azioni del quotidiano, compiute spesso in maniera sbadata, disattenta e ordinaria ma che invece finiscono per assumere un senso rinnovato.

Le parole di Elvira Scorza di certo non hanno come obiettivo finale quello di spiegare o di semplificare l’amore o i sentimenti  ma fanno una cosa ben più importante: restituiscono una propria visione personale che proprio attraverso le parole, potrebbe aiutare a levigare, plasmare e modellare l’amore, il dolore e la sofferenza fornendo degli alibi sempre validi per continuare ad abitare questo pezzetto di mondo.

La fiducia dei piedi scalzi, Elvira Scorza, Bertoni, 2020 pp.53

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