Giué di Antonella Perotta: le mille facce della verità e della giustizia

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Ci sono autori e autrici che nelle storie narrate ricorrono ad un numero spropositato di pagine oppure a particolari artifici narrativi per rendere appetibile la storia, risultando spesso posticcia e artefatta. Quando capiremo che si può raccontare una buona storia anche con molte meno pagine, meno trucchetti e senza rinunciare alla buona scrittura e ai messaggi?

Questo è quello che ho pensato subito dopo aver terminato la lettura di Giuè, il libro della scrittrice calabrese Antonella Perrotta che in questa storia coniuga perfettamente i suoi studi in Giurisprudenza, la sua passione per la scrittura e la letteratura e il desiderio di raccontare una storia della sua terra.

Antonella Perrotta

Quella narrata da Antonella Perrotta in Giuè è, infatti, la storia di Giosuè Palmitano, nato a Paola – ridente cittadina situata sulla costa tirrenica calabrese – agli inizi del ‘900, da due genitori poveri e analfabeti e che vive la sua vita proprio come se fosse un’isola, dedicandosi esclusivamente alla famiglia e al lavoro nei campi.

 La Prima Guerra Mondiale è terminata da poco, lasciando il paese completamente sofferente e devastato e forse è proprio la fame, la sofferenza e le difficoltà, che finiscono per mostrare il lato peggiore delle persone.

Ma la guerra aveva lasciato un Paese devastato, sofferente e la sofferenza e il bisogno cambiano profondamente le persone.

pp.107

Esattamente come Giuè e i suoi familiari quando ricevono la visita di Santino Frangipane e dei suoi due scagnozzi che intimano loro di votare per il Partito Popolare alle prossime elezioni politiche del 16 novembre 1919: le prime a fare uso del sistema elettorale proporzionale e riservate a tutti i cittadini di sesso maschile che abbiano compiuto 21 anni.

Giuè e i suoi familiari ignorano completamente la visita e la richiesta proveniente dai tre ceffi e né tanto meno si lasciano intimare dalle loro minacce e dai soprusi e così, continuano a vivere la loro vita e a sacrificarsi per un tozzo di pane.

…le ingiustizie e le prepotenze non mi piacciono e manco mi piace se mi pigliano ppi fissa.

pp. 121

Quello sarà l’anno nel quale le elezioni politiche verranno sì vinte dal Partito Popolare ma nessuno, né tantomeno Giué, può immaginare le ripercussioni che quello stesso evento – apparentemente insignificante e lontano dal suo mondo – scatenerà nella sua umile e semplice vita.

E, infatti, sarà proprio in occasione di una festa organizzata dallo sconfitto Partito Socialista, pensata per rafforzare i loro ideali e per dimostrare la loro coesione, che a Paola scoppieranno dei violenti scontri tra i due partiti politici, che termineranno in un drammatico sciopero che si estenderà anche al di fuori della Calabria e che metterà seriamente a repentaglio l’opinione e la quiete pubblica, l’approvvigionamento delle merci e non solo.

Praticamente il Sud in queste ore è fermo. Fermo il commercio, fermo l’approvvigionamento delle merci e delle derrate alimentari. E non voglio neanche pensare a quale possa essere la risposta dei popolari e a cosa potrebbe ancora accadere. Abbiamo il compito di frenare tutto questo. E non solo per una questione d’ordine pubblico, ma anche per l’immagine stessa della politica che non deve essere sporcata. Giammai. L’ agire politico deve sempre dirigersi verso il bene comune, come una linea che tende decisa verso l’infinito.

pp.67

Da questo momento in poi, inizierà per Giuè e per i suoi familiari, un vero e proprio dramma personale poiché si ritroverà ad essere ad essere il capro espiatorio di una vicenda che finirà per segnare per sempre la sua vita e quella dei suoi cari.

Antonella Perrotta, in questo suo romanzo d’esordio, porta in scena una vicenda dall’ambientazione apparentemente arcaica e remota ma, purtroppo, ancora così drammaticamente attuale in una nazione che nonostante l’avanguardistico e invidiatissimo sistema giudiziario, compresi i suoi potenti mezzi e le sue potenti risorse, spesso si dimostra essere fin troppo fallace poiché sempre e comunque guidato da esseri umani e dalle loro coscienze.

Giué è un libro nel quale alcuni argomenti piuttosto delicati come la libertà d’espressione, l’affermazione della giustizia, l’orgoglio politico e il diritto alla difesa vengono messi a dura prova e dimostrano come, ieri quanto oggi, una ricostruzione piena di incognite e di buchi neri possa comunque creare un colpevole, fornirgli un’arma ma soprattutto un movente, senza provocare il minimo dubbio di incertezza o di possibile innocenza.

Io, signor giudice, sono solo un contadino. Lavoro la terra da sempre, come a papà mio, alla bonanima di nonno mio e a quelli che ci stavano prima. E per lavorare la terra non ci vogliono né ideali politici né interessi e manco amici. E sto bene così, ché tanto prima o poi gli amici ti tradiscono e lo fanno con l’intenzione, mentre la terra, pure se ti tradisce, lo fa picchì è cummannàta dal Padreterno. Così la penso. Chistu è reato?

pp.119

Questo libro di Antonella Perrotta dimostra come più indizi sono capaci di fare una prova ma soprattutto di come più indizi falsi possono mettere alla gogna una persona innocente e di come l’opinione pubblica è capace di infliggere una condanna ancor prima che lo faccia la giustizia.

Prima ancora che la giustizia condannasse Giosué Palmitano, la società aveva già condannato Giué. E cosi doveva andare.

pp. 132

Giuè dimostra, infatti, di come le ingiustizie, le prepotenze e i soprusi esistono da sempre e di come la vita sia una lotta continua che, quando non viene combattuta ad armi pari, rende davvero difficile lo stare al mondo. Anche quando è risaputo che la visione dello stesso è sempre personale mentre la verità ha molteplici facce, spesso difficili da identificare e da smascherare.

D’altronde, il vero è relativo, sta solo negli occhi di chi guarda e chi guarda non è detto che veda allo stesso modo di un altro che sta pure guardando.

pp. 136

Antonella Perrotta attraverso un linguaggio semplice, mai cronachistico e senza troppe contaminazioni dialettali – ormai sempre più di moda e spesso abusate –  e con un buon ritmo narrativo, racconta una storia che nonostante la sua brevità, restituisce perfettamente uno spaccato dell’epoca e dimostra che quando si è poveri, analfabeti e reietti, la dignità può essere l’unica cosa che si possiede e che non può essere acquistata a nessun prezzo.

Giuè, Antonella Perrotta, Ferrari Editore, 2019 pp.147

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