Nathanael West e la Signorina Cuorinfranti come nuova sacerdotessa d’America
Quando vi sentite tristi e demoralizzati e pensate che nel mondo non ci sia nessuno più triste di voi, provate anche solo per un instante ad immaginare il reale stato d’animo della “sacerdotessa d’America” e vi sentirete immediatamente più felici e più sollevati e addirittura una smorfia sinistra, molto simile ad un ghigno, apparirà magicamente sul vostro volto. Fidatevi!
Come non sapete chi è la “sacerdotessa d’America”?
Le Susan Chester, le Beatrice Fairfax e le Miss Lonelyhearts sono le sacerdotesse dell’America del ventesimo secolo.
Miss Lonelyhearts – che in realtà è un uomo, di cui non verrà mai svelato il nome – viene assunto da un giornale che per aumentare la propria tiratura, da vita ad una sorta di rubrica del cuore che riceve decine di lettere nelle quali i lettori e le lettrici raccontano le proprie disgrazie e le proprie sofferenze, alla ricerca di conforto, consolazione o di un semplice consiglio in grado di infondere loro speranza, dal momento che molte disavventure personali s’intrecciano con quelle di un’America ridotta in ginocchio dall’avvento della Grande Depressione.
Inizialmente, l’incarico di leggere, selezionare e rispondere a quelle lettere, per Miss Lonelyhearts sembra superfluo, banale e addirittura molto simile ad un macabro scherzo, fin quando si accorge di non riuscire a smettere di pensare a quelle dannate lettere che riceve ma soprattutto si rende conto di aver perso la voglia e lo stimolo di rispondere alle richieste d’aiuto dei suoi lettori e la consapevolezza di non riuscire a dare loro più conforto e speranza, lo fa precipitare in una crisi profonda che nulla sembra in grado di placare: né l’alcool, né il sesso occasionale, né la strana amicizia che intrattiene con la moglie del suo capo, né un breve soggiorno in campagna e addirittura nemmeno l’arte.
Nonostante Miss Lonelyhearts sia infatti un tipo preciso, scrupoloso e maniacale, ben presto si accorge di aver dentro e intorno a sé solo caos e disordine che forse potrebbero essere curati semplicemente accettando e amando l’umanità. Ma, il problema di Miss Lonelyhearts, è proprio l’umanità intera che lo tormenta, lo devasta e lo costringe in quello stato di crisi perenne, dettata soprattutto da quel tipico comportamento umano di affidarsi e di rifugiarsi nei sogni e nelle speranze per combattere la misera condizione nella quale da sempre sguazza come un maiale nel fango.
…gli uomini hanno sempre combattuto contro la loro misera condizione ricorrendo ai sogni. Anche se un tempo i sogni erano stati molto potenti, oggigiorno il cinema, i giornali e la radio li rendevano puerili. Tra i tanti tradimenti, questo era senz’altro il peggiore.
Ormai da tempo, i sogni di Miss Lonelyhearts – che trascorre sempre più tempo a letto e in una condizione di salute precaria – non sono altro che strani incubi nei quali immola agnelli in nome di Dio o costruisce giganteschi falli con oggetti rinvenuti dal mare e il suo cuore è diventato ormai molto simile ad una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e devastare tutto.
Aveva le sensazione che il suo cuore fosse una bomba, una bomba complicata che avrebbe finito per scoppiare in maniera molto semplice, devastando il mondo senza nemmeno farlo tremare.
Eh già, perché Miss Lonelyhearts avverte il “complesso di Cristo” e si sente davvero un po’ Dio – ed è per questo motivo che continua a sbeffeggiare Dio e la fede – soprattutto quando il senso di colpa per il mancato aiuto ai suoi lettori prende il sopravvento, facendolo sentire dannatamente inutile ed impotente, addirittura stufo di quel perenne tono pregno di frustrazione e compassione che nutre e sviscera.
Ormai sono in molti a suggerirgli di lasciare quella rubrica, eppure Miss Lonelyhearts si sente così saldamente legato al suo personaggio e al suo ruolo, a tal punto da non riuscire a staccarsi dal suo impiego e instaurando con esso una strana dipendenza molto simile alla cosiddetta “sindrome di Stoccolma”.
E forse, è proprio per questo motivo che in uno strano accesso di incoscienza e in un bizzarro tentativo di redenzione che decide di incontrare una sua lettrice particolarmente disperata e confusa e ovviamente, l’epilogo che ne scaturirà sarà degno di lode e di merito soprattutto per via dell’intenzione e del nobile tentativo esercitato da Miss Lonelyhearts.
Qualsiasi tipo di ordine contiene in sé il germe della propria distruzione. Qualsiasi tipo di ordine è fatalmente destinato a soccombere, eppure vale la pena di impegnarsi in questa lotta.
Paradossalmente, la disperazione e la sfortuna di Miss Lonelyhearts – che ha basato la sua esistenza sulla contraddizione e sulla menzogna, a cominciare dalla sua stessa identità – sembrano accomunarla con lo stesso suo autore Nathanael West che durante la sua breve carriera letteraria – e la sua altrettanto breve vita – vide stampate solo 8700 copie dei suoi libri e non ebbe mai il pieno riconoscimento e consenso da parte di critica e di lettori, se non dopo la sua tragica morte, avvenuta il giorno successivo a quella del suo fraterno amico e collega Francis Scott Fitzgerald, a causa di un terribile incidente stradale.
Eppure, nonostante Miss Lonelyhearts sia un personaggio complicato, cinico e totalmente assuefatto dalla sua stessa disperazione, tenta comunque di rappresentare una chimera e una via di fuga per gli Anni Trenta che videro gli Stati Uniti in piena crisi economica e morale, principalmente a causa dell’avvento della Grande Depressione e non a caso, l’opera di Nathanael West è ispirata ad una storia vera.
Ecco perché l’America che da sempre possiede e confida in religioni tutte sue, non si sente affatto stupida e ridicola nel coltivare il culto verso la Miss Lonelyhearts di turno ed ecco spiegato perché questa black comedy un po’ macabra e grottesca, intrisa di humor nero e di un senso di tristezza, pena e malinconia verso questo bizzarro personaggio, rappresenta uno dei migliori ritratti dell’America contemporanea piena di abissi e contraddizioni.
Peccato solo che Signorina Cuorinfranti – o Miss Lonelyhearts – sia ancora oggi un libro ingiustamente snobbato, poco considerato e sottovalutato, nonostante il reale talento di Nathanael West.
Talento che forse lo stesso West non fu mai capace di incanalare perfettamente e che il destino smorzò troppo velocemente e bruscamente.
Soundtrack:
Signorina Cuorinfranti, Nathanael West, Minimum Fax 2011, PP.116. Traduzione Riccardo Duranti.