Lions di Bonnie Nadzam: quando le radici allevano e soffocano
Lions e Lamb sono due libri che in comune hanno ben poco, a parte il nome dell’autrice, un titolo racchiuso in una sola parola e che inizia con la stessa consonante e il movimento simile che deve esercitare la lingua per sfiorare il palato e per permettere l’emissione di questo suono duro, grezzo e diretto. Esattamente come la scrittura di Bonnie Nadzam.
Se in Lamb a fare paura era il torbido rapporto che si era instaurato fra i due protagonisti del libro, in Lions invece, a sconvolgere il lettore è un’intera cittadina nella quale è ambientata questa storia ricca di mistero e di suspance.
Trama
Eh già, perché Lions è quella cittadina rurale del Colorado dove il tempo sembra essersi fermato, facendosi beffa dei suoi abitanti e dell’iniziale promessa di diventare una delle città d’oro e un simbolo di sviluppo per tutto l’Ovest.
Purtroppo, a Lions, nulla di tutto questo è mai accaduto perché i suoi abitanti sono fuggiti via, le attività commerciali sono fallite – ad eccezione di un’ officina che lavora il metallo, di un piccolo bar e di un diner, nel quale i viaggiatori proveniente dalla vicina statale e i visitatori attratti dal cartello “città fantasma” decidono di fermarsi per una breve sosta, alla ricerca di cibo, bibite e di vecchie leggende da ascoltare e con le quali lasciarsi suggestionare – e i sogni e le speranze si sono infranti.
Invece per tutti quei pochi abitanti che hanno deciso di rimanervi, Lions rappresenta una benedizione e una condanna perché nonostante la loro fede e la loro completa devozione nei confronti di Dio, questo sembra un luogo davvero maledetto e dove succedono cose piuttosto strane e inspiegabili, soprattutto da quando in città è comparso un misterioso viandante che sembra aver portato una ventata ulteriore di sventure.
La loro era una contea devota a Dio, fondata su una fede ardente e una potentissima immaginazione, ma non sempre Chuck riusciva a capire quale delle due esercitasse maggiore influenza su di loro, né se ci fosse una vera differenza tra l’una e l’altra.
Allo stesso tempo però, Lions è anche la stessa polverosa e immobile cittadina che fa da sfondo alla storia d’amore tra Gordon e Leigh, che nonostante la giovane età, sognano inconsapevolmente un futuro diverso che inevitabilmente finirà per intrecciarsi con gli eventi che si abbatteranno su Lions nel corso di una sola calda estate.
Gli addii non arrivano mai da soli, né uno alla volta, e molto spesso si è fortunati anchesolo ad averli riconosciuti.
A Lions infatti può esistere solo il presente e il passato ma non esiste di certo la possibilità di pensare e di pianificare il futuro, ecco perché è necessario fuggire lontano da Lions e dai suoi fantasmi. Come al solito però, per farlo bisogna essere sempre in due e purtroppo Gordon e Leigh, finiscono per non riconoscersi più e andare incontro a due destini molto diversi che però sembrano comunque indissolubilmente legati a Lions.
L’origine del nome di quel posto, dicevano, risaliva a un’epoca in cui i leoni di montagna vagavano per le praterie, e c’era ancora la grossa testa bionda di uno di loro – un gigantesco maschio dagli occhi verdi – appesa all’interno del bar, che aveva chiuso molti anni dopo la loro partenza. Se sbirciavi dalle vetrine appannate, potevi scorgerlo che ti guardava.
Il messaggio di Bonnie Nadzam
Bonnie Nadzam con questo suo secondo romanzo, riconferma la sua bravura e la sua attitudine nel narrare una storia che non conduce necessariamente ad un epilogo, bensì è la trasposizione lucida e fedele di una selezione accurata e insolita di diapositive che ritraggono quell’America più interna, chiusa e conservatrice. Inoltre la scelta di ricorrere alla figura del saldatore – professione esercitata da John Walker, lo sfortunato e strambo padre di Gordon – e la vena poetica e mistica riservata alle descrizioni dei luoghi, dei personaggi e delle situazioni narrate, dimostra un profondo e sincero attaccamento e sottolinea il fatto che si possono sempre tradire le proprie convinzioni, le proprie aspirazioni ma non si potranno mai tradire le proprie radici.
Ci sono infatti cuori e anime che lontano dalle proprie radici smettono addirittura di battere e leggendo questo libro di Bonnie Nadzam, ci si rende conto che non sono importanti le coordinate geografiche poiché Lions può essere situata praticamente ovunque e ognuno di noi ha la propria Lions nel cuore. Io, ad esempio, ho deciso di dimorarci e di non abbandonarla mai.
Lions, Bonnie Nadzam, Black Coffee, 2017 pp.269. Traduzione Leonardo Taiuti.