L’amico fedele di Sigrid Nunez: una dichiarazione tra amicizia, libri e cani

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L’ amico fedele di Sigrid Nunez è un libro che non ti aspetti perché, stando a quanto riportato nella sinossi, si ha la sensazione di iniziare un determinato libro e solo successivamente, ti ritrovi invece catapultato in una storia ancor più bella, contraddistinta da un groviglio di aneddoti e di riflessioni che finiscono per rapire completamente il lettore, pagina dopo pagina.

Sigrid Nunez

Quella narrata da Sigrid Nunez ne L’amico fedele è, infatti, la storia di un’amicizia davvero speciale nata molti anni prima, tra un professore di un corso di scrittura creativa e la sua studentessa più promettente. Un legame indissolubile, capace di superare tutti i cambiamenti della vita e lo scorrere del tempo ma che finisce per mutare forma solo dopo la morte dell’uomo.

E non voglio parlare di te. La nostra relazione era piuttosto insolita, non sempre facile da capire per gli altri. Non ho mai chiesto, e quindi non ho mai saputo, che cosa tu dicessi di noi alle tue mogli. Ho sempre apprezzato che Moglie Tre, benché non sia mai stata mia amica come Moglie Uno, almeno non sia stata mia nemica come Moglie Due.

pp. 20

E se è vero che l’amore finisce ma l’amicizia – quella vera, sincera e leale – dura per sempre, ecco che L’amico fedele di Sigrid Nunez diventa un libro doppiamente speciale perché racconta di questo forte legame di amicizia che unisce due individui, il valore del sapere, il potere della letteratura e l’amore verso la scrittura.

Se davvero leggere aumenta l’empatia, come ci viene ripetuto di continuo, sembra che scrivere ne sottragga un po’.

pp.17

 

Allo stesso tempo però L’amico fedele di Sigrid Nunez è anche la storia di un altro legame speciale che si crea tra l’autrice e Apollo: il maestoso ed imponente alano arlecchino che il suo amico le lascia in eredità. La donna, dopo le perplessità iniziali dovute alle dimensione ridotte del suo appartamento e dalle rigide clausole imposte dal suo contratto d’affitto, decide comunque di adottare il cane. Così sarà come sentire ancora accanto il suo amico ma soprattutto perché, in fondo, lei e Apollo provano lo stesso cieco e disperato dolore.

Non si può spiegare la morte a un cane. Non capiva che il papà non sarebbe più tornato a casa. Aspettava davanti alla porta giorno e notte. Per un po’ si è persino rifiutato di mangiare e ho avuto paura che morisse di fame. Ma la parte peggiore è che ogni tanto emetteva questo rumore, un ululato, o un lamento, o qualunque cosa fosse. Non forte, ma strano, come un fantasma o qualcos’altro di bizzarro.

pp. 42

E così, L’amico fedele di Sigrid Nunez finisce per avvalorare la tesi che le relazioni tra uomini e animali sono sempre quelle più sincere, leali e indissolubili e di come, in tempi duri come quelli che stiamo vivendo, sia così dannatamente difficile mantenere dei buoni rapporti sociali tra gli esseri umani.

Idilliache è il modo in cui Kundera descrive le relazioni umane con gli animali. Idilliache perché gli animali non furono espulsi dal paradiso insieme con noi. Lì rimangono senza essere turbati da complicazioni come la separazione del corpo e dell’anima, ed è tramite il nostro amore e la nostra amicizia con loro che siamo in grado di riconnetterci con il paradiso benché solo attraverso un filo.

pp. 182

E lo splendido e imponente Apollo, che era piombato per caso nella vita del suo amico e si era immediatamente guadagnato un posto speciale nel suo cuore e nella sua vita.

Molto probabilmente non sapremo mai da dove è venuto. Ma ecco che cosa dicesti tu. Il momento in cui alzasti lo sguardo e lo vedesti, maestoso sullo sfondo del cielo estivo… Quel momento fu così emozionante e così inquietante da indurti a credere che fosse comparso per magia. Evocato da una strega, come uno dei cani giganti delle fiabe di Andersen.

pp. 57

E finisce per fare lo stesso con l’autrice, che pur avendo sempre  preferito i gatti ai cani, entra immediatamente in sintonia con questo animale mastodontico ma profondamente educato e dall’animo nobile, buono e gentile.

Non ho bisogno di un cane feroce che mi difenda. Non voglio che Apollo senta di dover abbaiare o ringhiare contro qualcuno. Non voglio che si preoccupi. Non voglio che sia ansioso. Voglio che percepisca che siamo tutti e due perfettamente al sicuro, ovunque andiamo. Non voglio che sia la mia guardia del corpo. Non voglio che sia il mio fucile. Voglio che si rilassi. Voglio che sia Mister Cane Felice.

pp. 95

E proprio così le due solitudini – quella della donna e quella del cane – finiscono per diventare complementari e per sostenersi a vicenda e seppur sentono forte la mancanza dell’uomo, provano comunque ad andare avanti.

Non è che io non riesca a dire come mi sento. È molto semplice. Mi manchi. Mi manchi ogni giorno. Mi manchi moltissimo.

pp. 164

L’amico fedele di Sigrid Nunez – vincitore del National Book Award, il più prestigioso premio letterario statunitense – è un libro che parla direttamente al cuore e allo spirito del lettore e finisce per diventare una triplice dichiarazione d’amore: all’amico, ai libri e al cane.

Scritto attraverso un continuo flusso di ricordi, di riflessioni e di citazioni letterarie, L’amico fedele è allo stesso tempo anche un libro che parla di gratitudine, di solitudine, di fedeltà assoluta, di amore, di amicizia, di affetto, di nostalgia ma anche di morte e di lutto. Insomma, un libro che oscilla costantemente tra vita e letteratura che, dopotutto, sono o non sono un po’ la stessa identica cosa?

L’amico fedele, Sigrid Nunez, Garzanti, 2019 pp.221. Traduzione Stefano Beretta.

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