Hunter S.Thompson #3 – Meglio del sesso. Confessioni di un drogato della politica (1994)
Se, come me, nutrite nei confronti della politica un appeal talmente vano e indifferente, sappiate che leggere Meglio del sesso. Confessioni di un drogato della politica è un’esperienza quasi mistica e trascendentale poiché la precisione e il pathos che Hunter S. Thompson mette in questo libro, è forse fuori da ogni aspettativa e concezione ma serve a dimostrare il suo forte senso di dipendenza e la sua ossessione nei confronti di quel qualcosa che alla vigilia delle elezioni presidenziali del 1992, lo conduce ad appoggiare la candidatura di Bill Clinton, schierandosi apertamente e ferocemente contro George Bush, e successivamente a pubblicare il libro che avete tra le mani e che è una sorta di macabro reportage di quelle convulse giornate di campagna elettorale che portarono alla vittoria di un rampante, promettente e democratico Bill Clinton.
Molti ti diranno che è un euforia più forte di qualunque droga da loro mai provata o anche solo di cui abbiano sentito parlare, e che forse è meglio del sesso…una teoria alquanto azzardata e segno, probabilmente, di problemi personali irrisolti, ma pur sempre una teoria, e certi giorni è sembrata valida anche per me.
E dalle pagine di questo strampalato e complesso progetto fuoriesce tutta l’assuefazione e la grinta che un argomento apparentemente noioso e statico come la politica riesce a scatenare in un soggetto abitualmente selvaggio e adrenalinico come Hunter S. Thompson, il cui unico obiettivo è schierarsi contro qualcuno o qualcosa e aspirare alla vittoria, tanto nelle scommesse sportive quanto nella politica.
Non tutti concordano con l’idea che l’assuefazione alla politica sia una colpa. Però lo è. E costoro sono assuefatti, e sono colpevoli, e mentono e imbrogliano e rubano a più non posso – come tutti i drogati.
E dal momento che Hunter S. Thompson è un giornalista fuorilegge e senza peli sulla lingua, che adora sviscerare il suo punto di vista e che sembra avere le idee molto chiare su come debba muoversi il mondo e la società, sfrutta appunto il giornalismo per dire la sua:
L’arte del giornalismo si può praticare in molti modi, uno di questi è usarla come un martello per schiacciare la gente giusta: che quasi sempre, per una ragione o per l’altra, sono i tuoi nemici, che di solito quindi meritano di essere messi fuori combattimento, perché hanno torto.
ovviamente sputando veleno conto i nemici e dimostrando sempre una sorta di irrispettoso distacco verso tutto il resto.
…la politica – come viene usata dal giornalismo – è l’arte di controllare il proprio territorio…
Meglio del sesso. Confessioni di un drogato della politica raccoglie infatti i fax, le lettere e gli articoli di giornale relativi alle elezioni presidenziali del 1992, tenuti insieme dal personale e originale punto di vista di Hunter S. Thompson che attraverso la sua scrittura da “gonzo journalist” fornisce la sua versione dei fatti e sottolinea il suo odio spietato per Nixon, per Bush e per la cattiva informazione.
E Meglio del sesso. Confessioni di un drogato della politica pur essendo diviso in tre parti ben distinte – che rappresentano rispettivamente le tre fasi principali delle elezioni presidenziali: la candidatura, l’andamento della campagna elettorale e il risultato finale – risente molto della complessità dell’argomento trattato e dell’anacronismo della vicenda che racchiude in sé una sorta di monotona paranoia che molto probabilmente accompagna ogni campagna elettorale che si rispetti.
In una campagna elettorale non c’è niente di peggio della paranoia. Tutte le tue paure e tutti i tuoi sospetti si riveleranno quasi sempre veri, c’è sempre un imbroglio nascosto da qualche parte, e non sempre il nemico del tuo nemico è tuo amico. E per i veri drogati da campagna elettorale il divertimento sta proprio in questo.
Eppure nonostante tutto, Hunter S.Thompson non perde la fiducia nella politica – nemmeno quando Bush sembra avere la meglio o quando tutto sembra precipitare – probabilmente perché il suo amore nei confronti della sua nazione e nei confronti di un certo genere di persone, lo fa ancora sperare in qualcosa di possibile e di positivo.
E forse io, dal canto mio, vorrei davvero possedere la stessa fiducia e la stessa caparbietà di Hunter S. Thompson e prendere la politica per quello che è realmente: un fottuto gioco per bambini e bambine un po’ troppo cresciuti.
Meglio del sesso. Confessioni di un drogato della politica, Hunter S. Thompson, Baldini Castoldi Dalai editore, 2009 pp.339. Traduzione Michele Bertinotti & Stefano Travagli.