Cinque cose che ho imparato leggendo In viaggio contromano di Michael Zadoorian

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Tutti siamo consapevoli di quanto viaggiare sia una pratica importante ma soprattutto di quanto necessaria per l’essere umano, ovviamente ognuno di noi viaggia per i motivi più disparati e attribuisce al viaggio il proprio personale significato ma una cosa è certa, qualunque sia la meta e qualunque sia il mezzo utilizzato: ogni singolo viaggio finisce sempre per aprire la mente e allargare i confini.

I testardi coniugi Robina – i protagonisti del secondo libro di Michael Zadoorian – ad esempio, non viaggiano per aprirsi la mente o per espandere la loro visuale, tutt’altro poiché essi viaggiano essenzialmente per puro e semplice spirito di divertimento, visto che giunti alla loro veneranda età e con addosso una buona dose di acciacchi di salute, decidono di mettersi in viaggio – contro il parere dei figli ma soprattutto contro quello dei medici – con il loro storico camper e lasciano Detroit per raggiungere Disneyland in California, dal momento che vogliono ripercorrere alcune delle strade battute in passato durante le innumerevoli gite familiari.

Peccato che io sia a pezzi e John ricordi a stento il suo nome. Non importa. Me lo ricordo io. Messi insieme, facciamo una persona intera.



Ella e John, sono infatti ostinati e ben determinati a compiere questo lungo viaggio che li porterà ad attraversare ben dieci stati e nessuno è davvero in grado di fermarli, né i loro figli, né il loro precario stato di salute e né tanto meno i pericoli e proprio per questo motivo, i luoghi visitati, i personaggi incontrati e le situazioni vissute durante questo viaggio “on the road” non sono degli elementi di contorno bensì sono proprio parte integrante della storia, che aiutano ad entrare meglio in sintonia con i coniugi Robina.

Sono vigile, euforica per il solo fatto di viaggiare. Il fruscio delle gomme sull’asfalto è musica per me, placa le mie paure, sposta il mio malessere in un luogo in fondo alla strada, un punticino tremolante all’orizzonte.



Tutto quello che infatti accade durante questo intenso ed emozionante viaggio è frutto sì del presente ma subisce le continue e inevitabili influenze del passato ma soprattutto dei ricordi, che finiscono per sgorgare all’improvviso magari dinanzi ad un qualunque tratto della mitica Route 66 o mangiando un hamburger in uno dei tanti locali che frammentano la monotonia stradale o addirittura osservando vecchie diapositive, proiettate la sera su di un lenzuolo liso solo per ingannare il tempo, per fermare gli istanti e per allontanare la morte.


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In viaggio contromano è un libro che sul finale vi lascerà sicuramente di stucco – esattamente com’è capitato a me – forse perché si rivela una storia cosi semplice e speciale che i protagonisti potrebbero davvero essere persone comuni e magari anche vicine a noi, come ad esempio: i nostri nonni, i nostri zii, i nostri vicini di casa, i nostri genitori o magari anche noi stessi e non dimentichiamoci poi che quella narrata da Michael Zadoorian è anche una bellissima storia d’amore, di quelle che forse non esistono più poiché vengono spazzate via dai sempre più numerosi divorzi e dalla tristezza dettata dalle numerose difficoltà della vita.


Immagine tratta dall'omonimo film girato da Paolo Virzì
Immagine tratta dall’omonimo film girato da Paolo Virzì



Durante la lettura de In viaggio contromano non lasciatevi però ingannare dalla potenziale ondata di monotonia dettata dai tipici toni dei libri che narrano di viaggi “on the road” o dagli atteggiamenti stereotipati e un po’ capricciosi dei coniugi Robina – ricordatevi che tutti gli anziani, giunti ad un certo punto, finiscono per assomigliare sempre più ai bambini – ma cercate di superare l’apparente empasse e andate avanti perché troverete una storia che sarà capace di insegnarvi che:

  • La disperazione e la forza di volontà permettono di compiere azioni che apparentemente potrebbero sembrare incomprensibili agli occhi degli altri ma che invece si rivelano le migliori scelte
  • Non bisogna mai giudicare le scelte altrui anche se appaiono folli, strampalate e potenzialmente nocive poiché noi non siamo in grado di decidere per gli altri
  • L’amore è la più potente medicina al mondo
  • Le follie danno un senso all’esistenza e ci mantengono vivi, fino alla fine
  • Non è mai finita, fin quando, non sei tu a deciderlo



In viaggio contromano, Michael Zadoorian, Marcos y Marcos, 2009 pp.282. Traduzione Claudia Tarolo.


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2 Replies to “Cinque cose che ho imparato leggendo In viaggio contromano di Michael Zadoorian”

  1. Era da un secolo che non passavo a trovarti ed il titolo di questo libro mi incuriosiva troppo per aspettare oltre! Credo proprio che potrebbe piacermi (quindi lo segno tra le letture da richiedere al mio Babbo Natale!). I 5 punti che hai sottolineato si addattano bene alla vita di tutti. Segnato! Grazie Chiara, a presto 😉

    1. Ciao Ale. è sempre un piacere ritrovarti. Grazie per essere passata di qui…dunque questo è il secondo libro di Michael Zadoorian che leggo: carino e piacevole ma secondo me, “Second Hand. Una storia d’amore” è ancora meglio. L’ho letto qualche mesetto fa e devo ammettere che non mi aspettavo un libro così bello.
      Spero che il tuo Babbo Natale esaudisca i tuoi desideri e miraccomando fammi sapere che ne pensi una volta terminato. 😛

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