Anche le sante hanno una madre: il talento poco noto di Allan Gurganus

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Allan Gurganus, secondo me, si dimostra uno degli autori americani più talentuosi e, purtroppo, più sottovalutati, almeno qui in Italia e questo libro ne è la dimostrazione.

La protagonista è una donna narcisista, egoista, insoddisfatta e con aspirazioni artistiche ormai naufragate, così come il suo matrimonio e così, riversa tutto il suo amore e la sua ossessione verso i suoi figli: una coppia di gemelli e una figlia quasi diciottenne ritenuta speciale, profondamente empatica, impegnata ad aiutare gli altri e a salvare il mondo, a tal punto da volare in Africa per insegnare alle persone a leggere a scrivere e gettando sua madre nel totale sconforto.

E così, attraverso una sorta di flusso di coscienza lucido ed onesto, la donna analizza le sostanziali differenze tra le ragazze della sua epoca e quelle moderne che sanno sempre ciò che vogliono e come procurarselo ma soprattutto, analizza il complicato rapporto con sua figlia che mossa dallo spirito della crocerossina preferisce occuparsi dei problemi altrui pur di non affrontare quelli della sua famiglia disfunzionale.

Allan Gurganus

A causa però di uno strano equivoco, la situazione si ribalta e la madre è costretta ad osservare tutto da un’altra prospettiva e provando addirittura a trasformare i suoi sentimenti.

Allan Gurganus è molto abile nel trascinarci all’interno di questa storia – che vanta anche qualche riferimento religioso ma senza necessariamente definirsi tale -, nella quale ogni personaggio sembra mosso dalla vanità, dall’egoismo e dall’incomunicabilità ma soprattutto ci ricorda che la vita è la strada migliore da percorrere e che i veri santi sono le mogli, i mariti o i genitori di coloro i quali compiono le azioni pratiche che gli permettono di essere definiti tali.

Anche le sante hanno una madre, Allan Gurganus, Playground, 2015 pp. 157. Traduzione M. Baiocchi e A. Tagliavini.

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