Nicola Rubino è entrato in fabbrica: il mondo operaio di Francesco Dezio

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Nicola Rubino è entrato in fabbrica

Quando un libro è capace di restituirti determinate sensazioni fisiche, vuol dire che quasi certamente quella è stata una buna lettura.

Leggendo, infatti, Nicola Rubino è entrato in fabbrica di Francesco Dezio, pubblicato inizialmente nel 2004 con Feltrinelli e ora riproposto dalla neonata Terrarossa Edizioni, ho avvertito un mix di sensazioni, tra cui: rabbia, frustrazione, impotenza, disagio e senso di soffocamento, il tutto accompagnato da un calore umido e intenso e da un odioso sapore di ferro, depositatosi in fondo alla gola e impossibile da mandar via, fino alla fine della lettura.

Credo però che, quello di Francesco Dezio, non sia un libro adatto a tutti poiché difficilmente si riesce ad entrare nel mood dell’opera e nei panni di Nicola Rubino – il protagonista omonimo di Nicola Rubino è entrato in fabbrica – se nella propria vita non si è mai vissuta una situazione lavorativa complessa e soffocante e se non si è mai avvertito il desiderio di mollare tutto e scappare via lontano.

Occhi sbarrati sull’aggeggio che ti scorre davanti. Occhi pieni di noia metallurgica. Otto ore di gesti sempre uguali da produrre nelle tue giornate sempre uguali.

 

Per comprendere attentamente e per apprezzare al meglio Nicola Rubino è entrato in fabbrica, bisogna infatti appartenere a quella categoria di persone che si svegliano presto al mattino, che bevono un caffè al volo mentre autoproiettano nella mente solo immagini di morte e distruzione, al solo pensiero di ritornare a lavoro. A volte basta, infatti, davvero pochissimo per sentirsi finiti e per essere fisicamente vivi ma morti dentro.

Nicola Rubino è entrato in fabbrica

Francesco Dezio attraverso Nicola Rubino è entrato in fabbrica, narra infatti la storia di un anonimo stagista che diventa operaio a tempo determinato e che presta servizio in una altrettanto omonima fabbrica – di cui non viene mai rivelato il nome – stavolta però situata non nell’uggioso Nord o Nord Est italiano bensì nel profondo Sud, più precisamente in Puglia ovvero in quella stessa meta prediletta da turisti e vacanzieri.

 

La radio trasmette le nuove hit del momento. Ricompaiono i cancelli della fabbrica. Aperti.

 

Eppure questa è una storia talmente vivida, vera e onesta che viene quasi difficile considerare Nicola Rubino è entrato in fabbrica come un semplice romanzo perché racconta una vicenda – purtroppo comune a qualsiasi latitudine e longitudine e non solo italiane – contraddistinta da turni massacranti, da gesti sempre identici, dall’insorgenza di disturbi fisici e psichici, da sindacalisti e medici corrotti e soprattutto da continui episodi di mobbing, inteso in tutte le sue più svariate sfumature.

 

Quando ho visto che perfino le leccate di culo dei compagni di team arrivati sei mesi fa hanno consentito loro di guadagnarsi zone franche. Quando ho visto l’odio e l’arroganza montare sulle loro abuliche facce di cazzo in modo insensato e bovino. Quando ho visto che le ragazze, arrivate molti mesi dopo di noi (e pur non avendo fatto alcuno stage), attualmente hanno già tutte il contratto a tempo indetermindato. Quando ho visto tutto questo, quello che mi sono detto è stato che dovevo andare fino in fondo a questa storia, voglio capire perché io no.

 

Vivere una vita in questo modo non può dirsi effettivamente vivere bensì sopravvivere ma solo da un giorno all’altro e tra un turno e l’altro e può saperlo solo chi, almeno una volta nella vita, ha vissuto una simile esperienza. Nonostante tutto questo però, molto spesso, sorge anche uno strano paradosso che sembra somigliare molto ad una sorta di Sindrome di Stoccolma: la fabbrica ti uccide ma allo stesso tempo speri in quel dannato contratto a tempo indeterminato e questo, Nicola Rubino lo sa benissimo.

Nicola Rubino è entrato in fabbrica
Francesco Dezio

Ho apprezzato molto questo libro di Francesco Dezio perché mi ha fatto ritornare alla mente alcuni episodi personali – che credo siano comuni ad un qualsiasi individuo che si approccia o che si è già approcciato al mondo del lavoro – e che in parte avevo rimosso o forse più semplicemente accantonato, perché è un’intensa testimonianza di quali sono, molto spesso, le vere ed effettive condizioni lavorative sopratutto in questi periodi di estrema disoccupazione e perché mi ha ricordato che il lavoro non dovrebbe mai – e ribadisco mai – essere ridimensionato ad una scelta: la vita o la morte.

Nicola Rubino è entrato in fabbrica, Francesco Dezio, Terrarossa Edizioni, 2017 pp.168.

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