Le coccinelle non hanno paura di Stefano Corbetta: la malinconia della bellezza

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Le coccinelle non hanno paura di Stefano Corbetta: la malinconia della bellezza

Non ho mai avuto un bel rapporto con i finali aperti dei libri perché mi danno quel senso di irrisolto e di incompiuto. Sì, probabilmente penserete che adoro solo i libri dalle trame facilI e lineari, che hanno quindi un inizio e una fine, perché magari non mi piace sforzarmi più di tanto a giocare di fantasia e a studiare un finale alternativo.

Beh, non credo che la mia sia questione di pigrizia o di scarsa fantasia piuttosto si tratta di pretendere dall’autore una posizione netta, sulla propria opera e in particolar modo sulla storia narrata.

Capita però, anche a me, di trovarmi dinanzi a letture dal finale aperto o sospeso e se nel momento esatto in cui svolto l’ultima pagina, mi ritrovo a pensare ad un finale possibile o alternativo, vuol dire che quel determinato libro ha colto nel segno. E mi ha letteralmente colpita e affondata.

Tutto questo mi era capitato molto tempo fa, leggendo Una questione privata di Beppe Fenoglio e mi è ricapitato solo qualche sera fa, mentre terminavo Le coccinelle non hanno paura di Stefano Corbetta.

I due libri non hanno molti punti in comune. Si tratta infatti di due penne totalmente diverse, due argomenti molto diversi fra loro e due epoche ben distanti eppure c’era qualcosa di nemmeno troppo celato, che nella mia mente creava una sorta di filo conduttore tra queste due opere. Sarà stato forse quell’alone polveroso dettato da qualsiasi guerra – che è uguale per ogni epoca e per ogni latitudine – oppure quello stesso senso di irrisolto? Non saprei dire di preciso ma garantisco che questa è stata la mia sensazione.

Le coccinelle non hanno paura: la trama

Quella narrata da Stefano Corbetta nel suo libro d’esordio è la storia di Teo, un quarantacinquenne misterioso, tenebroso e che sembra possedere un obiettivo fotografico al posto degli occhi poiché sin da ragazzino, scatta foto immaginarie a tutte le scene in cui s’imbatte e soffrendo per quel senso di morte e nostalgia che ogni istantanea è capace di contenere al suo interno. Ovviamente, Teo ha fatto della sua passione per la fotografia, una vera e propria professione e seppur non ha mai voluto fotografare un volto umano, continua a girare il mondo con i suoi attrezzi e con il suo occhio lucido e allenato, riconoscendo sempre la bellezza, anche in mezzo al vuoto totale.

E sarà proprio la bellezza e la simpatia di una donna di nome Arianna, conosciuta per caso in un anonimo negozio del centro commerciale, a condurre Teo verso qualcosa di bello e di inaspettato ma soprattutto, lo aiuterà a sbrogliare un mistero tanto complesso e intricato che sembra averlo totalmente ipnotizzato, nell’esatto momento in cui, Teo dovrebbe pensare alla sua di vita e alla sua personale matassa da sbrogliare.

Sappiamo tutti che la vita è la più grande e più brava doppiogiochista mai esistita perché è capace di dare e di togliere allo stesso tempo e questo, Teo l’ha imparato benissimo e sopra la sua stessa pelle, che sembra scomparire velocemente. Giorno dopo giorno.

Le coccinelle non hanno paura: il messaggio

Eppure, nonostante spesso possa essere amara e indigesta, la vita è la più grande emozione che si possa mai provare e allora, tanto vale giocarsela fino in fondo e soprattutto viverla secondo le proprie intenzioni perché una vita non vissuta fino all’ultimo istante equivale ad una radio tenuta sempre con il volume al minimo. È inutile e crea un fastidiosissimo ronzio.

Ho apprezzato molto questo esordio di Stefano Corbetta che attraverso il suo Le coccinelle non hanno paura, ci narra una storia forte e dolorosa, fatta di amicizia, di amore e di curiosità ma anche di bellezza e di arte – dal momento che nel libro si trovano molti riferimenti culturali, soprattutto musicali. Allo stesso tempo però, questa è una storia a tratti malinconica e sconvolgente che nemmeno l’amarezza o quel senso di impotenza che si prova pagina dopo pagina, sono in grado di smorzare ma al contrario, vengono rinvigorite da una scrittura solida e matura: due elementi spesso difficili da rinvenire nei libri d’esordio.

Le coccinelle non hanno paura, Stefano Corbetta, Morellini Editore, 2017 pp.253.

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