Intervista a Giorgio Biferali: un autore che racconta i Novanta e non solo

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Giorgio Biferali

Giorgio Biferali, giovane e talentuoso autore romano classe ’88, prima di dare alle stampe L’ amore a vent’anni – da poco pubblicato da Tunué – è stato precedentemente autore di una favola illustrata dedicata a Italo Calvino e intitolata Italo Calvino. Lo scoiattolo della penna (La Nuova Frontiera Junior, accompagnato dalle illustrazioni di Giulia Rossi e pubblicato nel 2017) e del diario di viaggio A Roma con Nanni Moretti, scritto a quattro mani con Paolo Di Paolo (Bompiani 2016) e forse proprio per questo motivo, il suo esordio come romanziere è stato così atteso e accolto con grande favore di pubblico.

Penso che sia inutile ribadire quanto il romanzo di Giorgio Biferali mi sia realmente piaciuto, soprattutto perché possiede numerosi richiami agli anni Novanta e altrettanti riferimenti letterari, musicali e cinematografici soprattutto indie, e proprio da queste vibrazioni positive è nata questa nostra chiacchierata. Buona lettura!

  • Da bambino cosa sognavi di diventare “da grande”?

Credo di aver sognato di tutto. Sognavo di diventare un calciatore, un supereroe, mio fratello che studiava sempre ma che comunque non trascurava mai le ragazze, mio padre, per i suoi occhi buoni, puliti, il suo profumo da uomo grande che va a lavoro e che torna sempre con qualche sorpresa. E come il protagonista del romanzo, anche il benzinaio, che mi sembrava l’uomo più ricco del mondo.

  • Qual è stato in assoluto il primo libro che hai letto e che ricordi?

Forse c’entra Rodari, forse qualche raccolta di poesie, o i libri del Battello a vapore e di Piccoli brividi. Ma il primo grande amore, destinato a rimanere per sempre nella mia vita, è stato senz’altro Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno.

  • Come sei stato scoperto dai tuoi editori?

Sulle riviste, all’inizio, quelle indipendenti, che ti danno un po’ di visibilità e rappresentano la palestra migliore. Poi sicuramente mi ha aiutato un po’ il caso, incontrare le persone giuste, quelle capace di ascoltare, di avere pazienza, che hanno creduto in me fin dall’inizio anche quando io non ero poi così convinto di crederci. Penso a Paolo Di Paolo, Vanni Santoni, Vincenzo Furina, Francesco Muzzioli, Monica Bardi, Riccardo De Palo, Franco Cordelli, Andrea Cortellessa, e tanti altri maestri silenziosi, preziosi, non solo per me, ma per il mondo in generale.

  • Hai qualche mania come scrittore?

Mi piace scrivere di giorno, ormai la notte non ci riesco più, sarà che sono stanco, poco concentrato, che mi piace uscire, perdermi nel mondo di fuori, e poi mi ricordo i tempi dell’università quando inseguivo i programmi degli esami. Mi piacciono i luoghi belli dove scrivere, anche che siano affollati, per farmi distrarre ogni tanto dalle vite degli altri. Comunque scrivo tutto il giorno, alla fine, quando non ho con me il Mac riempio le note del cellulare con tutte le cose che mi passano per la testa e per il cuore, prima di cominciare riempio taccuini di ogni tipo, divido per storie, personaggi, atmosfere. Ah, ho un feticismo per gli articoli da cartoleria.

  • Un film, un libro e una canzone che ami o che più ti rappresentano?

Allora, come film scelgo Il treno per il Darjeeling di Wes Anderson, come libro Molto forte, incredibilmente vicino di Safran Foer, come canzone Come vera Nabokov de I Cani.

  • Un motivo per il quale consiglieresti a tutti di leggere L’ amore a vent’anni?

Perché l’ho scritto con il cuore, perché sentivo il bisogno di scriverlo, senza voler dimostrare nulla a nessuno.

  • Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sto scrivendo un nuovo romanzo, che vedrà la luce nella primavera del 2019.

 

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