Il posto giusto di Simona Garbarini: una parabola fatta di fango, sudore e voglia di riscatto

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il-posto-giusto-simona-garbarini-librofiliaDicono che il sangue quando è uguale fa spesso fatica a riconoscersi, provate allora a pensare al sangue quando è diverso: come fa anche solo lontanamente a tollerarsi?
Eppure, accade.
Esattamente come è accaduto a Guido e Toni, due perfetti sconosciuti che per caso si scontrano, si osservano a distanza, si annusano e alla fine reciprocamente si scelgono, creando fra loro una sorta di vincolo bizzarro molto simile ad una famiglia putativa.

Probabilmente Guido e Toni nel loro inconscio, si sono riconosciuti sin dalla prima occhiata ed è forse per questo motivo che si sono scelti reciprocamente, dandosi fiducia e non pretendendo nulla un cambio.

Guido è infatti un uomo di mezza età con un matrimonio fallito alle spalle e una brillante carriera da chirurgo naufragata per colpa dell’alcool e che si reinventa medico delle giovanili del Torino Calcio mentre Toni è un ragazzino di undici anni, pieno di rabbia e di talento, allevato come un animale selvatico da un padre tossico che non gli ha mai permesso di conoscere l’affetto, l’amore e il calore di una famiglia vera ma che al contrario gli ha mostrato l’inferno della sua personale dipendenza e forse è per questo che Toni, per paura di essere abbandonato dalle persone, preferisce non fidarsi e non farsi amare da nessuno ma corre veloce sui campi di calcio con il pallone incollato ai piedi, dribblando gli avversari con giocate funamboliche e tirando verso la rete a velocità supersoniche, semplicemente perché è solo del calcio che si fida e perché sa che quella può essere la via da percorrere per il suo personale riscatto.

Se ho fatto tutti questi sforzi, se mi sono levato dalla merda, non è certo per scaldare una scrivania o montare bulloni in fabbrica. Io sono nato per giocare a calcio. E basta.


Ed è proprio sui campi di calcio che Guido e Toni si incontrano per la prima volta e immediatamente Guido avverte il desiderio di prendersi cura di quel ragazzino tanto gracile e rapido in campo quanto diffidente e complicato lontano dal pallone e cosi, in un accesso di empatia e di incoscienza, ne chiede l’adozione perché è ingenuamente convinto che fare il padre sia cosa semplice.

Mi sento forte, sicuro; credo che fare il padre sia facile e sono convinto di essere riuscito a tirar fuori Toni dalla merda, di avergli garantito un futuro migliore.
È facile essere un eroe.



All’inizio tutto sembra nuovo, facile, accogliente e molto simile ad un sogno poiché i due si ritrovano in perfetta sintonia e accomunati dalla passione e dalla sacralità riposta nei confronti del calcio ma ben presto, lo strano atteggiamento di Toni, il suo nervosismo e il suo saltare ripetutamente gli allenamenti e il non rientrare a casa, inizierà a creare strane incomprensioni ed episodi di incomunicabilità fra i due.

Era un Toni rabbioso, che correva per sfuggire al passato, al presente e a se stesso, in fin dei conti.



E dal momento che dentro e fuori dagli spogliatoi le voci corrono più veloci delle gambe di Toni, Guido non ci mette poi molto a capire che il ragazzo ha iniziato a percorrere la stessa via sbagliata di suo padre e nonostante la rabbia e la delusione siano immense, l’uomo è consapevole che sbattere definitivamente la porta in faccia a Toni equivarrebbe a gettarlo nelle grinfie di una morte più che certa ed è per questo motivo che cercano insieme di ricucire un rapporto familiare e un possibile futuro calcistico per Toni, pieno di gol, successo e gloria.

Per anni e anni ogni singolo sabato a proiettare la mia vita, le sue aspettative, i suoi fallimenti in quei maledetti cento metri d’erba e sudore.
Senza perdere nitidezza, ogni singolo fotogramma si sovrappone agli altri: tecnica micidiale, tiro diretto e preciso, fisico possente, capacità di tenere a bada l’avversario, buona visione di gioco. Alcune peculiarità sono innate; altre, invece, bisogna affinarle giorno dopo giorno, anno dopo anno, in una vita di dedizione quasi monacale.



Toni – che non si è mai preoccupato del reale effetto delle sue azioni sui suoi cari e che ha sempre preferito trascinare gli altri nei suoi drammi e nei suoi abissi – quando dopo qualche anno di esilio volontario torna a Torino, è davvero cambiato e maturato ma soprattutto è uno dei giocatori più promettenti e più pagati del campionato e tutti prospettano grandi cose per il suo futuro calcistico e poco importa se ora Toni ostenta un atteggiamento sicuro e spavaldo, perché sotto gli abiti griffati e sotto quell’aria da duro, c’è davvero un cuore grande.

…nella vita a volte si deve soffrire per ottenere ciò che si vuole, che se sbagli paghi ma puoi anche scontare i tuoi peccati.



Guido l’ha capito sin dal primo istante, i suoi pochi amici dentro e fuori dagli spogliatoi l’hanno capito pian piano e il resto della gente purtroppo non ci metterà poi molto a capirlo.
Eh già, perché a volte il destino corre più veloce di un pallone coperto di fango e di sudore o di una macchina sparata a tutta velocità o addirittura dei sogni stessi, specie quando si è dinanzi a vite molto simili ad “imprevisti trasversali”.

Il posto giusto è il primo romanzo di Simona Garbarini ma devo ammettere che questo non sembra affatto un libro scritto da una donna poiché la sua penna è molto nitida, precisa e asciutta oppure è semplicemente colpa dell’argomento trattato nel libro – in alcuni punti anche in modo piuttosto tecnico e appassionato – , ovvero il calcio.

…ma il calcio è così, ogni palla può essere quella giusta e non giocarla significa perdere. Ogni palla è il senso, e va giocata anche se poi fai una figura di merda, ti fai fischiare o ti chiamano ritardato. Se smetti di giocare le palle che scottano, puoi anche appendere gli scarpini.



Eppure il calcio è solo uno degli argomenti trattati nel libro poiché Simona Garbarini, racconta attraverso la parabola calcistica di Toni – un ragazzo difficile da inquadrare poiché un attimo prima è lì pronto a far saltare i nervi al lettore e l’istante successivo lo stupisce con gesti inaspettati e pieni di sentimento – una vita che coinvolge al suo interno tante altre vite satellite e che parla di sport come redenzione, di sogni spezzati, di fantasmi che bussano alla porta, di ferite difficili da rimarginare e più in generale di vite redente e di seconde chance ma soprattutto di felicità che spaventa e di paura.
E in fondo, la paura cos’è se non il pane quotidiano di tutti i coraggiosi e dei sognatori?

Il posto giusto, Simona Garbarini, Casa Sirio Editore, 2015 pp. 191.


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