Il cuore degli uomini di Nickolas Butler: tra mondo scout e vita militare

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Il cuore degli uomini di Nickolas Butler: fra mondo scout e vita militare

Ci sono libri che fanno lo stesso effetto di alcune infatuazioni adolescenziali: ti colgono all’improvviso, ti coinvolgono e ti abbandonano proprio mentre te ne stai ancora lì, fermo e immobile, a chiederti il motivo di tanto trambusto interiore. Allo stesso tempo però, le infatuazioni adolescenziali sono cose che solo tu trovi belle e attraenti mentre tutti quelli che ti gravitano accanto, trovano orrende e inspiegabili.

Shotgun Lovesongs vs. Il cuore degli uomini

Shotgun Lovesongs, il romanzo d’esordio di Nickolas Butler, è stata una delle mie più grandi infatuazioni in tema letterario: ho amato quel libro a dismisura e mi sono permessa di consigliarlo persino ai ciottoli disseminati sulla spiaggia ma purtroppo, come sempre accade, le infatuazioni sono cose che non possono ripetersi. O almeno, non con lo stesso autore e non con la stessa intensità.

Tutto questo per dire che ho appena terminato di leggere Il cuore degli uomini – il secondo romanzo di Nickolas Butler e terza pubblicazione se consideriamo anche Beneath the bonfire, ancora mai tradotto in italiano – e purtroppo, non è andata come speravo perché non è bastato tutto il mio entusiasmo e tutta la mia curiosità provata alla notizia dell’approdo in libreria di un nuovo libro scritto dal barbuto e affascinante autore proveniente dal Wisconsin.

Non saprei elencare di preciso cosa non ha funzionato ne Il cuore degli uomini ma quasi certamente, buona parte della colpa è da attribuire a quella specie di venatura cameratesca che attraversa le 400 pagine del libro e che tende in qualche modo a sezionare il pubblico, dal momento che le lettrici di sesso femminile troveranno poco attraente il mondo scout e più in generale il mondo militare, i due elementi permeanti del libro accomunati da quel senso di rigore e di disciplina che non a tutti può coinvolgere.

Il cuore degli uomini: il libro

I protagonisti de Il cuore degli uomini sono due ragazzi: Nelson e Jonathan e la loro storia si evolve attraverso tre diverse epoche.

Nelson è infatti un ragazzino molto posato ed educato, proveniente da una famiglia che sta lentamente andando in malora e che non ha amici, proprio per colpa del suo impeccabile comportamento. Dall’altra parte troviamo invece Jonathan, l’esatto contrario di Nelson nonché il suo solo e unico amico, soprattutto all’interno di quel campo scout estivo che segnerà per sempre le sorti e i destini dei due ragazzi.

Lo scorrere del tempo, come sempre accade, ribalta infatti la vita dei due ragazzi che prenderanno strade diverse e vivranno storie diverse: Jonathan, diventerà infatti un imprenditore di successo e nonostante il suo matrimonio fallimentare e il suo carattere ribelle e sbarazzino, alleverà un figlio molto responsabile e maturo mentre Nelson, modificherà il suo carattere e il suo temperamento, per diventare uno dei migliori militari spediti in Vietnam.

Nickolas Buter e Il cuore degli uomini

Nickolas Butler, da abile narratore, all’interno delle 400 pagine del suo libro finisce per mescolare e ribaltare continuamente la trama – ricca anche di numerosi flashback – sino a sciorinare sentimenti a lui tanto cari, come: l’amore, l’amicizia, la fratellanza, la determinazione, il senso del dovere e soprattutto l’imprevedibilità del destino ma tutto questo però non mi è bastato per definirlo un bel romanzo.

Il cuore degli uomini si distingue quasi certamente per la bellezza di alcune descrizioni, dal momento che buona parte del libro è ambientata all’aria aperta e per questo motivo i falò e i cieli stellati sono presenti in quasi tutte le pagine e poi perché, ancora una volta, Nickolas Butler ci porta a scoprire il vero Wisconsin, fatto da boschi immensi e grandi montagne. Allo stesso tempo però, ho avuto la netta sensazione che Nickolas Butler abbia calcato un po’ troppo la mano e infarcito troppo il romanzo, proprio per renderlo più  appetibile e accattivante e soprattutto per tenere lontana la noia e per giustificare la mole delle pagine.

Onestamente, mi dispiace che questo romanzo non mi abbia totalmente conquistata perché trovo la scrittura di Nickolas Butler molto matura e ben congegnata e soprattutto perché adoro l’americanità che trasuda dalla sua penna e quel senso di appartenenza e di attaccamento profondo alla sua terra. Dico solo che spero di ritrovarlo, prima o poi, in libreria con una storia all’altezza del suo romanzo d’esordio. E così sia.

Il cuore degli uomini, Nickolas Butler, Marsilio, 2017 pp. 409. Traduzione Claudia Durastanti.

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