Second Hand. Una storia d’amore di Michael Zadoorian: lunga vita al vintage

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Faccio parte di quella categoria di persone che purtroppo non ama girovagare per i negozietti dell’usato, anzi se devo dirla tutta, mi mettono addosso una certa tristezza e pure un velo di angoscia e più in generale, non ho un buon rapporto con le cose usate ma non perché mi sento una borghese viziata che necessita solo di cose nuove intorno, semplicemente è perché reputo che la mia storia personale sia già abbastanza ingombrante e colma di oggetti che non riuscire mai e poi mai, a misurarmi con oggetti appartenuti a vite altrui. In fondo, sarebbe un po’ come vivere frammenti delle vite degli altri e stabilire con esse una sorta di contatto, o sbaglio?

Leggendo Second Hand. Una storia d’amore, il primo libro dello scrittore statunitense Michael Zadoorian, ho infatti compreso che noi stessi viviamo anche attraverso gli oggetti che possediamo e da essi, si possono infatti percepire un sacco di cose su di noi e sulle vite che conduciamo, ecco perché ci sono persone che adorano letteralmente visitare i mercatini dell’usato, rovistare tra gli oggetti appartenuti ad altre persone, fantasticare sul loro passato e infine dargli una nuova vita. Questa è l’arte del riutilizzo o del riciclo, chiamatelo come meglio preferite.


Michael Zadoorian (fonte fleuve-editions.fr)
Michael Zadoorian (fonte fleuve-editions.fr)



Questo infatti è esattamente ciò che fa Richard, il bizzarro protagonista di Second Hand, che trova noiose le cose nuove e che grazie al suo spirito romantico e freak, scova e rivende nel suo strampalato negozio di Detroit, tutte le cianfrusaglie di cui la gente si libera e ama così tanto il suo lavoro, a tal punto da fondersi con esso, tralasciando tutto il resto.

Purtroppo, la maggior parte della gente vive senza godere della saggezza che le cianfrusaglie possono infondere.



Richard infatti è così bravo a cacciare gli oggetti, accaparrandosi i pezzi più originali ed esclusivi che ben presto, il suo negozio diventa uno dei punti di riferimento per gli amanti del genere e accoglie i clienti davvero più insoliti, alla ricerca degli oggetti più stravaganti.
E quando, nel negozio di cianfrusaglie, entra una ragazza molto particolare sin dal modo di vestire, di muoversi e di parlare, il povero Richard non può far altro che arrendersi al fascino esercitato su di lui da quella misteriosa ed eccentrica ragazza. E si sa che già che, precipitare nel suo vortice è davvero un attimo.


(Fonte Harvey Tillis)
(Fonte Harvey Tillis)



Il problema è che Richard è un ottimo cacciatore di ninnoli e di cianfrusaglie ma non è altrettanto bravo nei rapporti umani anzi la sua proverbiale timidezza, sommata alla sua incapacità di gestire le emozioni, lo conducono a complicarsi enormemente la vita, specialmente nel momento più delicato della sua esistenza, dettato dalla recente morte della madre e dalla necessità di dover sgombrare la casa materna vista l’imminente vendita dell’immobile e così Richard, si trova inconsapevolmente a stringere con la misteriosa ragazza – chiamata Theresa – uno strano rapporto fatto di alti e bassi, dal momento che Theresa è un soggetto particolarmente umorale, indeciso e pieno di ferite da curare, soprattutto nel profondo dell’anima.

Frugare tra gli scarti non serve soltanto a recuperare la merce, o atrovare le cose che desidero, anche se è così che ho cominciato. È uno stile di vita, un modo di pensare.
Frugare tra gli scarti è la mia personale metafora per ogni cosa; la vita come un continuo trascinarsi lungo corridoi ingombri e puzzolenti, alla ricerca di quello che può sembrare il colpo grosso, e non è altro che nuova spazzatura.



Ben presto, quello fra Richard e Theresa, diventa quindi un rapporto insano, intenso e capace di far male ad entrambi visto che le sofferenze e i dubbi covati, non sembrano in grado di riempire il loro divario soprattutto esistenziale, eppure i due continuano – a loro modo – a volersi, a cercarsi e ad aver bisogno l’uno dell’altra, esattamente come in una qualsiasi altra relazione amorosa.

Srechiamo luoghi comuni oer dire che il tempo vola, che passa indifferente, che cura tutte le ferite, ma in realtà il tempo non fa che rendere tutte le ferite fatali.



E alla fin fine, Second Hand. Una storia d’amore esattamente come recita il suo sottotitolo – è comunque una storia d’amore, forse non di quelle solite e ordinarie, bensì si tratta di quegli amori insoliti, sui quali nessuno scommetterebbe sopra una moneta e in questo bel libro di Michael Zadoorian, c’è davvero così tanta roba che è praticamente impossibile non venire trasportati da questa ondata di curiosità verso il mondo del vintage e soprattutto, non si può non provare simpatia e compassione verso il bizzarro protagonista del primo libro di Michael Zadoorian.

Le cianfrusaglie sono state le mie amiche, le mie maestre, i miei spiriti guida. Mi hanno insegnato cosa non è necessario. Mi hanno insegnato a godermi le cose, a non averne bisogno. E che comprare il nuovo porta solo a tre D: debiti, disperazione e decesso.



Sono infatti certa che dopo aver letto Second Hand. Una storia d’amore, osserverete gli oggetti che vi circondano in modo totalmente diverso e gli darete un peso assolutamente nuovo, fosse solo per il semplice fatto che inizierete a concepire che in fondo, tutti gli oggetti hanno un’anima, anche quelli brutti che nessuno vorrebbe o acquisterebbe mai.


Songtrack:





Second Hand.Una storia d’amore, Michael Zadoorian, Marcos y Marcos, 2016 pp.394. Traduzione Michele Foschini.


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