Le critiche: come vengono vissute dalle scrittrici e dagli scrittori italiani?

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Critiche

Le scrittrici e gli scrittori italiani hanno, da sempre, un rapporto un po’ conflittuale con le critiche, se da un lato, si dimostrano coraggiosi e ti incentivano ad esprimere la tua opinione in merito alla loro pubblicazione, dall’altro lato invece e in modo nemmeno tanto velato, ne restano in qualche modo risentiti.

Allo stesso tempo, credo che tutto questo, possa benissimo estendersi anche ad altri campi artistici – come ad esempio: la musica o il cinema – ma ovviamente, avendo quasi quotidianamente a che fare con i libri, posso in qualche modo affermare che questo è l’ambito artistico che conosco un pochino meglio e con il quale sono più in sintonia.

Certo, probabilmente questo è un atteggiamento normalissimo e in qualche modo pure comprensibile, dal momento che a nessuno di noi piacciono le critiche eppure sono convinta del fatto che ci sono critiche e critiche e non bisogna mai fare di tutta l’erba un fascio perché sarebbe deleterio, alla nostra crescita personale in primis e subito dopo a quella artistica, sempre se siamo in possesso di una simile ambizione.

Io e le critiche oppure le critiche ed io

Nel corso del tempo, ho imparato – a mie spese – che il peso delle parole dipende sempre da chi le dice e pertanto ogni concetto esposto da chi abbiamo dinanzi – fisicamente o virtualmente – andrebbe prima ascoltato attentamente e subito dopo, andrebbe riposto sopra una sorta di bilancia rivoluzionaria, capace di valutarne l’effettiva necessità ma soprattutto in grado di carpire il come e il perché di determinate affermazioni.

Spesso e volentieri, nella mia vita, ho infatti sentito critiche da parte di persone vicine e che ritenevo fedeli e leali, mosse con il solo e semplice scopo di distruggere qualcosa o di far crollare qualche certezza, provando magari ad ottenerne qualche beneficio in cambio e allo stesso tempo, ho ricevuto invece critiche da parte di persone lontane e sconosciute, fatte invece con il solo intento di aiutarmi realmente a crescere e a migliorare.

E personalmente, di rotte e di direzioni, nella mia vita, ne ho cambiate parecchie così come ho cambiato spesso opinione su qualcuno o su qualcosa, per poi ritrovarmi, alla fine di tutto, a ribadire magari concetti e sensazioni avvertite già durante le primissime battute. Credo che, ognuno di noi, dovrebbe dare più fiducia alle prime impressioni e lasciarsi condizionare un po’ meno dai vari contesti e dagli avvenimenti secondari.

Le critiche e la letteratura

Dopo questa parentesi, che apparentemente non c’entra assolutamente nulla con i libri – invece c’entra eccome – mi sento di affermare a gran voce che: le scrittrici e gli scrittori italiani, dovrebbero provare ad avere un rapporto meno conflittuale con le critiche, poiché il semplice fatto che una persona abbia letto il vostro libro e che successivamente, trovi anche del tempo da dedicarvi per spiegarvi cosa effettivamente non è piaciuto o cosa non ha convinto in quella determinata opera, sia già una grandissima cosa e non dev’essere data sempre per scontata.

Bisognerebbe, infatti, diffidare di chi ha sempre un parere positivo e pieno di entusiasmo dopo la fine di ogni libro, perché tre sono le possibili spiegazioni per un tale atteggiamento: ha gusti abbastanza variegati e confusi; è pagato da qualcuno oppure non ha letto il libro in modo attento e scrupoloso.

Le critiche fanno bene ed aiutano a crescere e a migliorare, ma per essere ralmente costruttive dovrebbero rispondere a tali requisiti:

  • Le critiche devono essere mosse solo se si ha la giusta competenza e il giusto metro di paragone per valutare una determinata opera e ciò vale a dire: inutile stroncare un young adult o un thriller se non leggo e non mastico questi generi letterari;
  • Le critiche devono essere sempre mosse nel pieno rispetto reciproco e senza insulti;
  • Le critiche devono essere sempre e comunque motivate, possibilmente nel modo più chiaro e più dettagliato possibile;
  • Le critiche dovrebbero muovere e dar vita ad un successivo confronto sano, genuino e volto al miglioramento;
  • Le critiche e le stroncature restano critiche e stroncature e fanno parte della vita ma dopotutto i gusti restano sempre gusti

Personalmente, nella mia vita di lettrice, ho trovato poche scrittrici e pochi scrittori capaci di accettare le critiche e pronti a dare un chiarimento o ad esprimere la propria personale visione in merito ad un qualcosa scritto di proprio pugno, a voi, invece, è andata meglio? Raccontatemi la vostra esperienza.

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2 Replies to “Le critiche: come vengono vissute dalle scrittrici e dagli scrittori italiani?”

  1. Credo che il primo requisito sia il più dolente, perché la maggior parte delle persone si arroga competenze che non ha in virtù del complimento dell’amico o del cugino o anche dello sconosciuto che ha interesse a elogiare il nostro lavoro in virtù del quieto vivere o di un tornaconto personale.
    Io ho sempre desiderato ricevere critiche, ovviamente fatte con misura e con garbo, ma purtroppo non arrivano, probabilmente perché si preferisce il silenzio a possibili polemiche: invece è solo nella critica che si capisce e si cresce.

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